Parlare di digitalizzazione a Pamplona il 3 luglio può suonare stravagante e improvvisato. A proposito di digitalizzazione in una città che puzza di tori, in una città che tira fuori dal fondo dei suoi armadi i pantaloni bianchi e le camicie gelosamente custodite da tre anni, in una città che sta già stirando i suoi fazzoletti rossi, in una città dove si impone il suono delle botti di birra che rotolano per i bar, in una città che conta minuti e secondi a uno con l’orologio della Casa del Libro, in una città dove risuonano i colpi di martello dei barraqueros e i pezzi di si adattano quelle fiere che funzionano a meraviglia, in una città che vive a ritmi vertiginosi perché il mondo finisce alle 12 del 6 luglio… parlare di digitalizzazione può essere davvero stravagante e improvvisato. Parlare del Polo dell’Innovazione Digitale può essere molto stravagante e improvvisato.
Ma non è… almeno finché non scoppia il chupinazo.
E visto che non è così, diamo uno sguardo alle ultime pietre miliari avvenute attorno a un progetto che è nato nella legislatura del cambiamento, nel 2018, e che sta prendendo forma, diventando realtà, avanza, beh, con grandi salti . E l’ultimo di questi è il sostegno che il progetto Navarrese ha ricevuto dalla Commissione Europea con l’assegnazione del sigillo europeo.
Pochi giorni fa è stato annunciato che la Commissione Europea, nell’ambito del programma Digital Europe, ha approvato la candidatura di IRIS, il Digital Innovation Hub, a far parte della Rete Europea dei Digital Innovation Hub (EDIH).
Buone notizie, non solo per il Ministero dello Sviluppo Economico e delle Imprese, ma anche per la Comunità Autonoma. Una grande notizia, senza dubbio, che logicamente è rimasta in secondo piano per la gravità degli incendi che in quel momento sconvolsero il nostro Paese.
Progressi, ha affermato, con passo fermo, con impegno determinato, con un lavoro inarrestabile in tutti i settori, compresa ovviamente la Commissione Europea, che valorizza i partenariati pubblico-privato e le alleanze con altri EDIH (European Digital Innovation Hub), che ha sostenuto la proposta navarrese, riconoscendo il lavoro svolto in questi anni tra i diversi agenti – promossi dall’assessorato regionale – per promuovere la trasformazione digitale delle imprese, dei governi e della società navarrese, e, insomma, per avvicinarsi a quel tanto atteso single- finestra che risponde alle esigenze dell’innovazione digitale, per fornire servizi a più valore aggiunto e consente a Navarra di andare avanti in modo competitivo nel futuro.
Da Geroa Bai apprezziamo molto il fatto che la candidatura di Navarra a questo bando europeo abbia diversi accordi firmati con regioni legate alla Navarra nella politica di sviluppo industriale e complementari in termini di fornitura di servizi agli utenti finali, disponendo il Ministero dello Sviluppo Economico –in stretta collaborazione con l’Ufficio Progetti Europei del Dipartimento Relazioni con i Cittadini, un fatto che vorremmo anche sottolineare–, legami di cooperazione con Emilia Romagna (Italia), Brandeburgo (Germania), Maribor (Slovenia), Noord-Brabant (Paesi Bassi), Szombathely (Ungheria), Nuova Aquitania (Francia) e Tampere (Finlandia). Aprire le porte dell’Europa per lavorare insieme, per cercare sinergie. Quelle stesse porte quegli altri partiti che hanno guidato questa Comunità per decenni – e sappiamo tutti molto bene chi erano, no? – fossati… a causa dell’orientamento del villaggio, dei complessi di inferiorità, della mancanza di visione politica, della mancanza di ambizione?
Si tratta di passi concreti, ma anche, e soprattutto, di cifre che daranno una spinta definitiva al progetto: di quei 2,5 milioni di sussidi – che bontà! – per l’assegnazione del sigillo europeo; la firma dell’accordo con l’UPNA per 4 milioni per la sede di El Sario; o quella dell’accordo con il Ministero per quel trasferimento di 5 milioni di euro concordato con un emendamento del gruppo basco per le infrastrutture.
In Geroa Bai riteniamo che il Pool sia uno strumento importante per fornire alle imprese – principalmente PMI – e al settore pubblico servizi di sperimentazione, accesso alla formazione, infrastrutture tecnologiche e sostegno finanziario, e che metta la Navarra sulla mappa del regioni europee altamente competitive. Capiamo che non ci sarà transizione verde se non andrà di pari passo con la transizione digitale – come sottolineato dall’Europa – quindi dobbiamo continuare a promuovere i processi di introduzione della robotica nelle aziende, una buona elaborazione dei processi e di massa raccolta ed elaborazione dei dati, nonché l’implementazione di sistemi di visione artificiale nei processi produttivi.
E apprezziamo anche il resto degli obiettivi perseguiti, come ad esempio:
• Promuovere lo sviluppo dei servizi pubblici di Navarra verso un maggiore grado di digitalizzazione e posizionare Navarra come leader europeo nel MPP entro il 2030.
• Promuovere una maggiore conoscenza delle tecnologie che abilitano una società digitale avanzata.
• Guidare il progresso tecnologico generando ricerca e innovazione di alta qualità basate sulle tecnologie digitali.
• Contribuire allo sviluppo dell’imprenditorialità imprenditoriale in tutte le sue fasi.
• Facilitare e sviluppare partenariati con altre regioni europee e altri hub leader.
Avanti, perché c’è meno da fare!
L’autore è un parlamentare di Geroa Bai