Sapere se un branzino è selvaggio o d’allevamento non è mai stato così facile e praticabile grazie alle tecnologie di spettroscopia NIR e spettrometria di massa. Entrambi i metodi consentono di discernere l’origine di questo pesce con una precisione del 100%.
Il branzino europeo è una specie importante nella gastronomia dei paesi del Mediterraneo. La frode nell’etichettatura è diventata una pratica comune, soprattutto negli esercizi del canale HORECA (alberghi, ristoranti e catering).
Lo hanno dimostrato i ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Esperimentale del Piemonte in Italia. Queste metodologie si basano su un sistema per l’analisi diretta del campione dei rapporti degli acidi grassi docosaesaenoico e arachidonico integrato in uno spettrometro di massa a tempo di volo con acquisizione rapida, basso costo e che può essere eseguito in situ. Secondo i ricercatori, il valore limite per distinguere un esemplare selvatico da un altro esemplare selvatico era 3,42.
La spettrometria NIR è ampiamente utilizzata nell’industria della pesca in quanto soddisfa la necessità di analisi rapide in loco per l’autenticazione degli alimenti. Tuttavia, come spiegano i ricercatori, viene applicato per distinguere tra prodotti freschi e scongelati o per autenticare i filetti di pesce, ma non per osservare la differenza tra un prodotto di allevamento e un altro prodotto della pesca estrattiva.
Il corretto controllo dell’etichettatura e delle informazioni offerte al consumatore è stato recentemente imposto dall’Associazione Italiani Acquacoltori. Questo rende la lotta contro la frode delle etichette più facile da combattere. Almeno, nel caso della spigola.