Un team internazionale di archeologi ha scoperto i resti umani di un giovane, di età compresa tra i quattro e gli otto anni, in Azerbaigian, ritrovato in posizione anatomica e forse sepolto circa 10.000 anni fa.
Gli scienziati hanno anche rinvenuto vari strumenti in pietra, ossa di animali (pecore, capre, cavalli e bovini), ornamenti personali, resti di ceramica e numerose ossa di piccoli animali e carbone, che ci permettono di sapere com’è stato il clima negli ultimi tempi. anni 10.000 anni.
I ritrovamenti, realizzati su una montagna nell’area di Ana Zaga, integrata nella Riserva Nazionale di Gobustan in Azerbaigian, sono il risultato di una collaborazione internazionale tra archeologi spagnoli, azeri e italiani iniziata nel 2019.
La sua ricerca, promossa dalla Riserva Nazionale Artistica e Storica di Gobustan (Azerbaigian), dall’Università Complutense di Madrid e dall’Università di Ferrara (Italia), e finanziata dalla Fondazione Palarq e dalla Fondazione Atapuerca, si concentra sull’arte rupestre di Gobustan, che è patrimonio mondiale dell’UNESCO dal 2007.
Gobustan ospita almeno 7.000 petroglifi di qualità eccezionale e varietà tematica, cronologica e stilistica eccezionale.
Raffiguranti le attività quotidiane e la complessità cognitiva e simbolica dei cacciatori-raccoglitori, le incisioni sono un’eccezionale testimonianza di quell’epoca preistorica e riflettono le prime credenze dell’umanità.
Nella campagna di quest’anno, i ricercatori sul monte Boyükda?, nella zona di Ana Zaga, hanno trovato una piccola “grotta” contenente centinaia di figure incise e resti archeologici di insediamenti umani scavati negli anni ’60 e ’70.
Hanno anche effettuato un piccolo scavo o ‘rinfrescamento’ del taglio stratigrafico per precisare la cronologia delle occupazioni umane preistoriche che coprivano alcune delle incisioni, datando così i petroglifi di età minima.
Tutte queste opere archeologiche, il cui studio è in fase preparatoria, hanno portato alla luce 5 livelli archeologici contenenti reperti archeologici dal Medioevo (intorno al XV secolo) al Mesolitico (circa 10.000 anni fa).
Gli archeologi hanno recuperato strumenti in pietra, ossa di animali, ornamenti, resti di ceramica e numerose ossa di piccoli animali e carbone che aiuteranno a comprendere l’evoluzione del clima negli ultimi 10.000 anni.
Il ritrovamento più notevole è la scoperta di resti umani di livello 5, attribuiti al Mesolitico, un periodo compreso tra circa 10.000 anni in cui i gruppi umani erano cacciatori-raccoglitori.
Fa parte di un piede umano di un giovane individuo (di età compresa tra i quattro e gli otto anni) ritrovato in posizione anatomica, probabilmente i resti di una tomba.
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Le seguenti indagini specificheranno l’età dell’individuo e determineranno la relazione tra i resti umani e i resti precedentemente individuati, in quanto è possibile che siano lo stesso individuo; così si può determinare il tipo di sepoltura e l’esistenza di un rito funebre, se presente.
I resti umani di Ana Zaga sono fondamentali per studiare il comportamento simbolico e i riti ancestrali degli ultimi gruppi di cacciatori-raccoglitori.
Questi resti umani si uniscono all’insieme selezionato e scarso di resti umani preistorici conosciuti prima delle prime popolazioni zootecniche e agricole, rendendo diffuse le sepolture e il relativo rituale di sepoltura.
Studi futuri permetteranno di identificare il DNA dell’individuo scoperto e la sua relazione con altre popolazioni eurasiatiche, mentre le analisi isotopiche forniranno dati sulla dieta di queste popolazioni.