MONACO, GERMANIA). MONACO, GERMANIA). C’è vita sui 200m con Bruno Hortelano nelle ore basse. Se il detentore del record spagnolo vincerà l’oro ad Amsterdam 2016 e il podio a Berlino 2018, un uomo cresciuto nella sua ombra cercherà di seguire le sue orme.
è Pol Retamal, che è già arrivato a Monaco con il privilegio di essere tra i primi 12 della classifica europea dell’anno che è partito subito in semifinale, un sistema che anche non sembra giusto, e ne è uscito molto rapidamente, un cannone nell’angolo della corsia sei, tenendo d’occhio l’italiano Filippo Tortu alla sua sinistra, un sub -10 uomo nei 100m, che ha vinto la terza semifinale con 20.19, e il britannico Nathaneel Mitchel-Blake, 20.34.
Retamal non riesce a tenere le prime due posizioni, taglia il traguardo e si lancia esausto e si infortuna anche di lato. “A metà del rettilineo ho visto che mi stavano lasciando, che non ce la facevo più, ma mi sentivo bene”, rassicura. Trattiene l’emozione fino a quando il tabellone non dice che sì, i suoi 20.38 gli permetteranno di essere il primo di due ripescaggi per tempi e di correre la finale europea venerdì prossimo (21:20). contro uno dei due uomini scesi sotto i 20 in Europa quest’anno, l’israeliano Blessing Afrifah, recente campione del mondo U-20, che paga il nonnismo e quasi resta fuori mentre si rilassa alla fine (l’altro, il francese Zeze, caduto), o un veterano come il turco Ramil Guliyev, campione del mondo nel 2017.
“Vengo senza guardare quasi tutto, per fare la mia carriera. Sì, so che c’è Guliyev e Tortu è abbastanza bravo, ma quello che dovrebbe essere, lo sarà. Abbiamo guadagnato un bel po’ di peso insieme, ne ho fatti 38, ma posso essere calvo in 20 e può essere molto chiuso tra una coppia“, analizza in zona mista e quando gli viene chiesto un pronostico pensa che le medaglie saranno tra le 19.90 e le 20.20 o 20.10, senza bagnarsi molto, come in pista, e non senza svelarsi o lui stesso su quel podio dopo aver corso in 20.28 con vento contrario a Nerja.
“Pol ha opzioni per tutto”, confida Daniel Rodríguez, il suo grande rivale nazionale, che deve finire la corsia 1 dopo la gara supplementare del mattino e come pensavain cui esce ancora molto forte e Abbassa il suo primo tempo a 20.75, anche se questo lo ha messo solo al quinto posto, lontano dai 20.44 segnati da Guliyev. “E sì, questa stagione mi costerà l’ultima parte”, dice quando gli viene chiesto dei suoi forti 150 metri che non dureranno dopo, nonostante tutto felice.
Paula Siviglia, 10°
Retamal è arrivato con i dubbi come è successo da quella finale del campionato spagnolo a Nerja. non ha percorso 200 metri. Sono gli stessi che hanno una presa Paola Siviglia. I due avrebbero potuto disputare l’evento individuale ai Mondiali di Eugene, ma la RFEA non glielo ha permesso perché voleva che si concentrassero sulla staffetta 4x100m. Il Siviglia attende già con impazienza quell’evento a squadre, con la serie lo stesso venerdì mattina, essendo stata eliminata in semifinale, dove è iniziata anche la sua avventura a Monaco.
“Mi mancava un ritmo competitivo, a maggio e giugno, quando stavo meglio, gareggiavo tutti i fine settimana, ero anche nervoso e dovevo crederci”, crede il Siviglia, che parte molto bene sulla pista 3 ma parte a metà del rettilineo tensione e questo non è possibile con lo svizzero Kambudji o il francese Grebo. Arriva terza in 23.19, il che non è male sotto la pioggia rispetto ai suoi 22.86 di quest’anno, ma è 13 centesimi in meno di quanto le occorre in tempi, decima alla fine. E sulla curva, venerdì, la speranza si chiama Retamal.