Parigi, 3 settembre (EFE).- La missione archeologica, coordinata dall’UNESCO con il coinvolgimento scientifico di otto Paesi per migliorare la cartografia e i relitti delle Banche dello Skerki (Tunisia) e del Canale di Sicilia (Italia), arriva con successo questo sabato dopo quattordici giorni nel Mediterraneo.
“La missione si conclude con notevoli progressi, in particolare la documentazione ad alta risoluzione dei naufragi dall’epoca romana al XIX secolo. Ciò conferma che le Skerki Banks sono l’area del patrimonio culturale sottomarino più importante al mondo”, ha affermato il direttore generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO), Audrey Azoulay.
Otto Stati membri dell’UNESCO, Spagna, Francia, Algeria, Croazia, Egitto, Italia, Marocco e Tunisia, hanno preso parte all’esplorazione, a bordo della nave scientifica francese Alfred Merlin.
Utilizzando diversi robot, due veicoli telecomandati che si adattano a zone geografiche e morfologiche sommerse, gli archeologi hanno condotto esplorazioni in acque profonde e documentato tre relitti di navi romane scoperti dalle spedizioni americane negli anni ’90.
“Gli archeologi sono stati lieti di vedere che lo stato di conservazione dei relitti e dei manufatti è quasi lo stesso di quasi 30 anni fa; non hanno subito sedimentazioni, bioerosioni o attività umane (reti da pesca, ecc.)”, sottolinea l’UNESCO.
Con questi dati appena raccolti, è possibile ottenere foto e video ad alta risoluzione che aiutano a caratterizzare e datare i carichi delle navi, scoprendo “nuove e importanti prove”.
La missione ha permesso di scansionare per la prima volta l’area di Keith Reef per produrre una mappa dettagliata che mostra le tracce del patrimonio culturale sottomarino, dove gli scienziati hanno potuto documentare tre nuovi naufragi, dal periodo antico a quello moderno (19° secolo), come così come altre aree di interesse, archeologiche.
UN ESEMPIO DI COLLABORAZIONE
Il proseguimento del progetto si osserverà in autunno, quando gli archeologi dell’UNESCO si incontreranno per presentare i primi risultati, di cui verrà rilasciato in seguito un rapporto completo e dettagliato su quello che l’Organizzazione delle Nazioni Unite per la Cultura descrive come il “primo passo di un duraturo rapporto di cooperazione multilaterale nella regione del Mediterraneo”.
“Questa missione multilaterale è sia un’opportunità che un esempio da condividere con altri paesi, nonché una buona pratica per lo studio, la protezione e la promozione del patrimonio culturale sottomarino in acque internazionali”, ha affermato l’UNESCO.
Gli archeologi hanno in programma di eseguire la fotogrammetria dei relitti visitati sulla piattaforma italiana utilizzando il video realizzato dai robot, e consigliano di continuare a mappare l’area di Skerki Banks, presso la piattaforma continentale tunisina.
Inoltre, vogliono organizzare attività sulla necessità di proteggere questi luoghi in conferenze e missioni di follow-up.
Questa parte del Mediterraneo è nota per il pericolo delle forti correnti marine, per le sue terribili profondità, con punte fino a 1.000 metri, e per le sue scogliere aguzze.
Tutto ciò ha regalato a Skerki un alone di fascino e mistero tra esperti e appassionati di archeologia, sia per essere un punto strategico di scambi commerciali sin dagli albori della navigazione, sia per la storia sommersa nelle sue acque, con navi che vanno dall’antichità al XX secolo.