Italia, Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia chiedono un rinvio del calendario per la fine dei motori a combustione per evitare “costi sproporzionati e inutili sia per il settore automobilistico che per i consumatori”.
Il testo, che sarà presentato questo venerdì agli ambasciatori dei paesi membri del blocco, propone: imporre una riduzione delle emissioni del 90% per le singole vendite di auto nuove entro il 2035, prima di raggiungere le emissioni zero entro il 2040.
“Per raggiungere una mobilità a emissioni zero, è necessario superare gli ostacoli: aumentare le infrastrutture di ricarica, sviluppare la produzione di batterie, migliorare le tecnologie attuali in modo economicamente vantaggioso, introdurre incentivi per i consumatori”, elenca il documento.
Sottolinea inoltre che ci vorrà del tempo prima che l’ecosistema industriale, con la sua fitta rete di subappaltatori e PMI, si adatti ai nuovi componenti e tecnologie.
piano climatico
Nell’ambito dell’ambizioso piano climatico dell’Europa, la Commissione europea aveva proposto nel 2021 ridurre a zero le emissioni di CO2 delle auto nuove nell’UE dal 2035il che significherebbe di fatto la fine delle vendite di veicoli a benzina o diesel a favore di motori 100% elettrici.
Il Parlamento europeo ha approvato questo obiettivo per il 2035 all’inizio di giugno e Gli Stati membri cercheranno di negoziare una posizione comune in una riunione dei ministri europei dell’ambiente prevista per martedì a Lussemburgo.
Il 28 il Consiglio Europeo deciderà se andrà avanti la proposta della Commissione Europea di regolamentare gli standard di emissione di CO2 per i veicoli leggeri (auto e furgoni), inclusa nel pacchetto legislativo Fit For 55.
Le associazioni legate ai trasporti e alla mobilità hanno avvertito che, se il motore a combustione fosse bandito, le classi medie e inferiori diminuirebbero il loro diritto a una mobilità accessibile e la mobilità e la fornitura di energia e beni nella Spagna rurale e deserta sarebbero ostacolate.