Dopo un anno di udienze a Milano, la procura del caso ha chiesto la condanna dell’imprenditore italo-argentino per presunte tangenti
Per iProfessionale
23-03-2022 – 15:50
La giustizia italiana ha chiesto quattro anni e sei mesi di reclusione per l’amministratore delegato della… Gruppo Techint, Paolo Roccaper il reato di corruzione internazionale. Tale addebito corrisponde al pagamento di presunte tangenti alla società brasiliana Petrobra†
Al riguardo, la Procura italiana Donata Costa sta indagando sull’illegittimità del pagamento di oltre 6,5 milioni di euro con un contratto del valore di oltre 1.400 milioni di euro.
Questa accusa raggiunge anche il fratello di Rocca, Gianfelice Rocca, e suo cugino Roberto Bonattiaccusato di aver ordinato tangenti all’allora responsabile del servizio Petrobras, Renato Duque.
Mercoledì scorso si è svolta a Milano un’udienza, dove il pm Donata Costa ha raccolto prove che coinvolgerebbero i tre azionisti e direttori della multinazionale italo-argentina.
L’amministratore delegato del Gruppo Techint Paolo Rocca è accusato di corruzione
L’accusa contro Rocca e gli altri imputati
I tre imputati sono italiani e il gruppo ha uno dei suoi centri chirurgici a Milano, città italiana dove sono nati tutti. La difesa degli uomini d’affari sostiene che non dovrebbero essere processati in Italia perché i fatti “non hanno avuto luogo in quel Paese”, anche se secondo l’accusa la legge italiana si applica a coloro che hanno commesso reati di corruzione all’estero.
Il verdetto del processo sarà annunciato il 26 aprile.
De Rocca, Bonatti e San Faustin, la società proprietaria di tutte le attività del… Gruppo tecnico, sono accusati di aver pagato tangenti per oltre 6,5 milioni di euro a Renato Duque, che ha servito come Direttore dei servizi per la compagnia petrolifera pubblica brasiliana tra il 2003 e il 2012. Gli imprenditori rischiano la reclusione da sei a dieci anni, ma la loro età avanzata li favorirà se condannati.
La procura italiana Donata Costa indaga sul pagamento illegale di oltre 6,5 milioni di euro
Rocca e la sua squallida analisi dell’America Latina
Alcuni mesi fa, l’imprenditore Paolo Rocca ha criticato aspramente il clima imprenditoriale che crede esista in America Latina. In questo senso ha assicurato: “È necessario rivalutare con vigore il settore privato in America Latina; Non possiamo continuare con i paesi in cui il ruolo dello stato è accresciuto per mantenere l’occupazione informale e la povertà”.
L’imprenditore metallurgico ha sottolineato che a causa del via di uscita “lenta” dalla pandemia, C’è un’opportunità per la regione di “diventare grande nella ridefinizione della catena del valore globale” che non è stata sfruttata.
A sua volta, ha osservato: “C’è ancora molto lavoro da fare affinché i governi creino le condizioni per il ritorno di un ruolo più importante per il settore privato nell’economia”. E ha proseguito: “È il settore privato che parla con Toyota o General Motors e propone la possibilità di produrre e trasformare alcune di queste catene del valore in America Latina in modo che siano più robuste, meno vulnerabili, con minori costi logistici e meno impatto sull’ambiente”.
Inoltre, l’imprenditore ha avvertito con forza: “Se non riusciamo a cambiare, i paesi dell’America Latina saranno ingovernabili tra 10 anni”. In tal senso, ha proseguito: “Avranno un problema di governance estremamente complesso. C’è una mancanza di produttività, di istruzione e di primarizzazione dell’economia, che impedisce il progresso della governance, sociale, educativo ed economico”.
E ha contrastato: “Al contrario, la nostra condizione preliminare per rientrare nella catena del valore è essere in grado di aumentare il livello di istruzione e produttività e trasformare tutto questo in un reddito migliore nelle nostre società”.