Il Ministro del Governo, Alberto Hensel, ha ricevuto nella Sala Huarpes la delegazione italiana composta dai rappresentanti del Gruppo 24 marzo.
Questo gruppo sta conducendo il processo in Italia contro i repressori argentini e uruguaiani esiliati nel paese europeo.
L’incontro, presieduto dal Ministro del Governo, è stato accompagnato dal Segretario di Stato per i Diritti Umani Clarisa Botto e dal Direttore della Promozione e Protezione dei Diritti Umani Carlos Goya.
La delegazione dall’Italia è composta da Eva Lerouc (figlia degli scomparsi, vittime di Malatto), gli avvocati del 24 marzo Arturo Salerni e Mario Angelelli, e Walter Calamita, ex prigioniero politico, più 5 parenti.
Il ministro Hensel ha accolto la delegazione, ha offerto il suo sostegno e ha riconosciuto la causa che stanno portando avanti.
Tra i repressori c’è Carlos Malatto, che è stato a capo del RIM 22 dal 1976 al 1977. È accusato della scomparsa di 30 persone nella provincia in quel periodo.
In agenda una visita alla Penitenzieria Provinciale, all’ex Legislatura, alla Marchesa, all’Archivio Provinciale della Memoria e all’Ex Centro di Detenzione Clandestino. Hanno anche in programma di lavorare con le autorità provinciali, l’UNSJ e le organizzazioni per i diritti umani.
Caso Malatto e giustizia italiana
Il 20 novembre 2020 Jorge Ithurburu, presidente dell’organizzazione 24 marzo d’Italia e anche referente della rete per il diritto all’identità in Italia, ha contattato le nonne di Plaza de Mayo.
Sono stati presi contatti per andare avanti nel caso Malatto. Carlos Luis Malatto, capo del RIM 22 tra il 1976 e il 1977, è allora accusato della scomparsa di 30 persone nella provincia. È stato detenuto nel carcere di Chimbas, dove, posto agli arresti domiciliari nel 2011, è fuggito in Italia, di cui è cittadino.
Non potendo essere estradato in Argentina (per problemi tecnici, traduzione di documenti), il processo iniziò in Italia. I casi più risonanti contro i quali vengono giudicati sono, tra i 30 scomparsi, Juan Carlos Campora, il primo rettore dell’UNSJ e la modella di origini francesi Marie Anne Erize.
In questo contesto, Zoom ha tenuto una serie di incontri, poi trasmessi, tra gli altri, da media internazionali e nazionali come RAI, Pagina12, Infobae e Televisione Pubblica. Il Dipartimento di governo di San Juan e le organizzazioni per i diritti umani hanno partecipato a questi incontri.
Questa indagine è in fase di ricerca e ha il sostegno del nostro Paese da parte dello Stato nazionale, attraverso il Segretario per i Diritti Umani della Nazione, in particolare il Segretario, Horacio Pietragalla, e l’Ambasciata Argentina in Italia, rappresentata da Roberto Carlés. Ha anche il sostegno di gruppi per i diritti umani, in particolare le nonne di Plaza de Mayo. Ha partecipato anche l’ufficio del procuratore della contea, attraverso il pubblico ministero Francisco José Maldonado.
“È bello vedere che siamo impegnati nella cooperazione internazionale dello Stato provinciale per portare le bandiere della Memoria, della Verità e della Giustizia. Il processo giudiziario sta per andare in tribunale”, ha affermato Carlos Goya, Direttore della Promozione e Protezione dell’Uomo Diritti.
La procura ha invitato lo stato provinciale a farne parte, per aprire la sezione delle testimonianze, il governo provinciale è chiamato a tenere un elenco ufficiale delle persone scomparse a San Juan, questo elenco è avallato da CONADEP e ha i rispettivi Certificati di assenza per sparizione forzata, emesso dal Segretario per i diritti umani della nazione.
Questo processo dovrebbe iniziare il 15 ottobre e si svolgerà di persona. L’idea della stessa è che su questo caso testimonino uno o due rappresentanti della provincia, con l’elenco degli scomparsi e anche la gestione di due attività aperte al pubblico, una riferita alla causa di cui sopra e l’altra al diritto alla identità e nonne di Plaza de Mayo.